martedì 24 giugno 2014

NC2C (ovvero i preparativi per la Norway Coast to Coast) - Parte 4

FONTI E MATERIALI


Risistemando tutti i files che ho accumulato per pianificare il viaggio, mi è venuto in mente di condividerli, perchè il materiale che ho raccolto o consultato su internet merita davvero una menzione speciale per ricchezza di informazioni.
Questo perchè, in un Paese che può vantare "solamente" fiordi, rocce, pareti scoscese e territorio impervio, dal fortissimo impatto scenico ma praticabile "au naturel" solo per poche settimane l'anno, e per il resto sono giacche, sciarpe e cappelli di pile, si sono indaffarati parecchio per valorizzare ogni possibile aspetto, angolino, attività.
Ogni contea, infatti, ha sviluppato un proprio sito internet che dialoga magnificamente in modo verticale con le risorse turistiche - pubbliche o private - presenti sul territorio.

Mi spiego con il primo esempio tirato a caso: il sito turistico della regione del Sognefjord elenca i link ai siti delle principali municipalità a vocazione turistica, oltrechè i link selezionati per attività di interesse. In più, denotando il limpido intento di fornire un servizio alla comunità e ai turisti stranieri, questi link sono elencati anche trattandosi di imprese private, senza conventicole o parrocchiette.

[AVVERTIMENTO: SIETE LIBERI DI SALTARE QUESTA PARTE.
E noi, invece, con lo splendore di territorio che sfacciatamente ci capita di calpestare, ce lo ricordiamo Cicciobello Rutelli nell'agghiacciante video implorare gli stranieri di visitare l'Italia?
Oppure l'esilarante sito istituzionale dell'Ente del Turismo che, se consultato in lingua inglese, regala perle da antologia del buonumore (chi può si vada a leggere la sezione "How to arrive": io mi sto ancora asciugando le lacrime dopo avere appreso dell'esistenza degli "air links", versione caciottar-pecoreccia dei "collegamenti aerei"... mortacciloro). Il buonumore cessa improvvisamente se qualcuno tenta di ottenere informazioni su come viaggare in treno+bici: il link a Trenitalia (O-R-R-O-R-E!!! Il nemico numero uno dei ciclisti in Italia!!!) non funziona e sembra che i ragazzi dell'Ente del Turismo ignorino l'esistenza di realtà come la FIAB oppure BICITALIA, che però, va detto, non offrono i propri siti tradotti (almeno) in inglese.

Vabbé, tralasciamo impietosi raffronti e domande retoriche, ché si rischia di vincere facile.

Fine della futile polemica "off topic".]

Ora, il materiale che ho raccolto o consultato per pianificare questo viaggio lo suddivido nelle seguenti categorie:
  • cartografia
  • baedeker
  • alloggi
  • diari di viaggio
  • meteo & clima
  • trasporti
  • altri strumenti online
Vediamo un pò.

Cartografia


Il punto di ingresso di ogni viaggio è, neppure a dirlo, Google Maps. Con le sue funzionalità consente già un primo livello di fantasia, ulteriormente incrementabile con la definizione di dettaglio sull'altimetria (funzione "rilievo"), oppure la vera e propria visualizzazione (funzione "street view"). Quest'ultima, personalmente, la uso con MOLTA moderazione, perchè il rischio certo è quello di "bruciare" il viaggio, e le sorprese che può offrire. Per contro, il grosso vantaggio è di poter prendere qualche riferimento visivo, talvolta indispensabile per risolvere passaggi complessi del viaggio.

Parente stretto (ma più abbiente) di Google Maps è Google Earth. Applicativo (un pò bulimico in termini di risorse hardware) da installare sul computer, regala la visione in 3D del terreno su immagini satellitari. Ingrandendo molto la visualizzazione, in zone coperte da rilievi satellitari ad alta definizione si ha un'ottima anteprima di ciò che si vedrà una volta lassù. Pertanto è da utilizzare con moderazione ancora maggiore (a rischio la sorpresa, e allora è meglio starsene a casa propria).

Tornando al classico, come supporto "analogico" ho scelto come miglior compromesso la mappa della Norvegia della Michelin, serie Carte Nazionali, nr. (11)752, con scala 1:1.250.000, già menzionata nella Parte 1. E' un pò grandina come scala, ma purtroppo le mappe cartacee della Norvegia scontano molto il fortissimo allungamento del suo territorio, e si verificano problemi di riproducibilità in volumi di carta ristretti e leggeri. Anche la risoluzione dei dettagli ne risente, ma in fondo la mappa cartacea è un "backup" del GPS (anche perchè, dato il clima piovoso della Scandinavia in estate, la carta presenta fortissimi limiti di utilizzo).

La vera chicca, però, l'ho trovata navigando per siti norvegesi. Si tratta di una delle guide cartografiche pubblicate dall'editore unipersonale (stupore et meraviglia) Castor Forlag, una raccolta di schede che descrive passo passo il tragitto da Drammen a Bergen, focalizzandosi sulla Rallarvegen.
Il titolare Knut Bjoraa, contattato personalmente su mia richiesta da un collega norvegese, percorre personalmente i tracciati di cui scrive, ne raccoglie tutti i dettagli salienti dal punto di vista di un viaggio a pedali, e li pubblica su supporti pregiatissimi. Il catalogo comprende svariati titoli, coprendo pressoché l'intera rete cicloviabilistica norvegese.
L'opera, in 18 schede, descrive con dettaglio 1:100.000, in Norvegese, Tedesco, Olandese e Inglese, quasi ogni curva. Ad esse si aggiungono 4 carte delle principali città attraversate. Per non lasciare nulla al caso, le schede sono plastificate: il risultato finale è una consistenza prossima a quella di un mazzo di carte da briscola lungamente rodato in un'osteria di paese (infatti l'intera raccolta di schede è PESANTISSIMA!!).
Infine, un volumetto esplicativo fornisce utili informazioni a carattere generale sulla nazione e sul territorio attraversato.
Il tragitto da me pianificato è però differente da quello descritto nell'opera, ad eccezione del segmento della Rallavegen, quindi le schede di mio interesse sono solo un numero ristretto. Il vantaggio è che posso estrarre quanto mi occorre e tralasciare il resto.

Per quanto riguarda la cartografia digitale, il caposaldo, la pietra miliare, la fortezza, insomma il riferimento unico e totale è Velomap. Si tratta di uno sviluppatore tedesco, che rielabora le mappe dell'atlante mondiale Openstreetmap e le "taglia" a misura di ciclista, con prevalente orientamento per il ciclismo su strada. Fratello gemello di Velomap è invece Openmtbmap, più specialistico sull'offroad e sui sentieri.
L'utilizzo di queste mappe è semplicissimo, nonchè gratuito: si può selezionare un Paese o un intero continente, comprese le isoipse, e si scarica il file. Quest'ultimo si può poi visualizzare, analizzare, arricchire con i POI personali mediante gli applicativi specifici. Io utilizzo il potentissimo Garmin MapSource, oppure il suo fratello scemo Garmin BaseCamp (meno potente, più grezzo graficamente e privo di alcune funzioni fondamentali, tipo la compilazione delle mappe a pacchetto per quadranti di interesse o la modifica delle rotte e delle tracce, ma in grado di condividerle in rete). Un altro applicativo opensource per giocare con mappe, tracce e rotte prima di inviarle al proprio dispositivo GPS è QLandkarte GT. Gratis, semplice, leggero come installazione.
Essendo basate sulla collaborazione diretta degli utenti, la definizione di dettaglio delle mappe è impressionante, soprattutto per gli esercizi commerciali e i trasporti. Anzi, una volta installate sul mio GPS devo sempre selezionare un livello di dettaglio inferiore (ce ne sono SEI), altrimenti la visualizzazione ne risulta rallentata specie nelle grandi scale.

Un'ulteriore fantastica alternativa online, sempre basata sulle mappe open source, è Norgeskart.

Per il comparto mobile, ho reperito un fantastico strumento di backup nelle mappe messe a disposizione sempre da Norgeskart, disponibili su Google Play. Questa applicazione, da scaricare in locale sullo smartphone, consente il download dei riquadri o "piastrelle" (tiles) di mappa che interessano, e di consultarli offline fino a cinque livelli di zoom. Con una scheda micro SD nel telefono si raggiunge la copertura completa del tracciato, ed ecco approntato un validissimo aiuto in caso di avaria del GPS.

Baedeker

Per farmi un'idea approfondita della Norvegia mi sono affidato a Lonely Planet e alla loro guida, acquistata di seconda mano su eBay.
Volume interessantissimo, completo e di facile consultazione, comprende anche ampi riferimenti al cicloviaggio. Ne ho tratto ampi spunti e dritte mica da ridere.

Sulla rete, invece, senza per questo ravvivare la polemica di cui sopra, è disponibile l'onnisciente sito dell'Ente del Turismo Novegese.
Detto semplicemente, c'è tutto, ma proprio tutto, compresa un'ampia sezione sul turismo in bicicletta. Proprio per non far mancare nulla, lo stesso sito mette a disposizione la propria guida in PDF, di più di 100 pagine. Non credo serva altro, bisogna leggere per crederlo.

Sempre sulla rete ho già menzionato i siti turistici delle contee, tipo:
Poi c'è anche GoNorway, altro utile tool.

E anche il turismo 2.0 con Virtualtourist.

Per non parlare poi di WikiTravel.....

Il problema, a quel punto, è diventato trovare il tempo per leggere tutto.....

Una chicca per iniziati l'ho trovata QUI: si tratta di un particolarissimo sito di cicloturismo tenuto da una coppia inglese. Con la collaborazione dei viaggiatori hanno messo su una mappa interattiva dei tunnels norvegesi, alcuni dei quali possono essere molto pericolosi se percorsi in bici. I tunnels sono censiti, elencati e classificati in ordine di pericolosità.
Il vero apice però lo raggiungono mettendo a disposizione il database in formato caricabile sul GPS. Io ne ho "tagliuzzato" il - voluminosissimo - contenuto, tenendo solo i POI che mi interessavano maggiormente. Ho così scoperto che sul mio cammino non incontrerò pressoché alcun tunnel, e i pochi sono classificati come sicuri (perchè brevi o bene illuminati, o entrambe le cose insieme).

Alloggi

Sfruttando i già citati Google Maps, Velomap, etc. ho cominciato a farmi un'idea delle tappe e di dove dormire. Ogni campeggio ha il proprio sito, dal più variopinto al più spartano.

L'unico catalogo che mi serviva, quello dei campeggi, l'ho trovato, bello e fatto in PDF, sul sito norvegese Camping.no. E' stato sufficiente, oltre ogni aspettativa.

Essendo io associato alla Hostelling International, l'organizzazione internazionale a cui fa riferimento in Italia la nostra Associazione Italiana Alberghi della Gioventù (AIG), è stato utile fare un giro anche sul relativo sito per trovare valide eventuali alternative, soprattutto a Oslo e Bergen. Queste alternative, però, le tengo di scorta in caso di tempo DAVVERO brutto...

Ad ogni buon conto, anche per quanto riguarda gli alloggi torna a far parlare di sè Google Maps. Infatti è stato sufficiente scandagliare il percorso alla ricerca della famosissima iconcina triangolare verde, per avere a portata di click indirizzi web, indirizzi email e tutte le informazioni su giorni/orari di apertura e servizi disponibili.

Una breve ricerca sul web mi ha consentito di reperire i POI per GPS contenenti l'intero database dei campeggi norvegesi. Anche questo l'ho dovuto ridimensionare notevolmente, soprattutto perchè la rete dei campeggi in Norvegia è estesissima, anche a latitudini impensabili per un cittadino originario delle coste mediterranee. Ho quindi sforbiciato parecchio tenendo i punti del mio tragitto principale, più una manciata di alternative valide.

Diari di viaggio

Come è noto, la nostra esistenza è troppo breve per riuscire a commettere tutti gli errori che ci servono ad imparare.
Seguendo quindi l'imperativo di imparare dalle esperienze degli altri mi sono tuffato in un bel pò di diari di viaggio.
La fonte principale è - neppure a dirlo - l'Associazione Italiana Il Cicloviaggiatore, che nell'apposita sezione del sito pubblica i diari dei soci.
E tanto mi è bastato....




[to be continued....]

lunedì 9 giugno 2014

NC2C (ovvero i preparativi per la Norway Coast to Coast) - Parte 3

[CONTINUA DALLA PARTE 2]

IL TRASPORTO

Il trasporto di una bicicletta in un volo internazionale merita un post a sé stante....


In questo post riassumo tutte le idee che mi sono venute sul da farsi, più quelle che ho tratto direttamente dai blog di altri ciclopedi, uno su tutti Alberto Pepe e la sezione del suo blog in cui racconta il viaggio lungo la Ruta 40, in Argentina.

Innanzizutto, ho imparato che far viaggiare la "specialissima" in aereo è cosa delicata, perché c'é uno spessissimo muro di paletti da affrontare, posti dalle compagnie aeree:. la bici deve essere infatti imballata senza legacci, maniglie, etc..
La bici deve essere poi imbarcata con le ruote sgonfie, per evitare che la differenza di pressione una volta raggiunta la quota di crociera le faccia scoppiare.

[NOTA SACCENTE ET PEDANTE: questa norma ultimamente è stata contestata e messa in discussione in parecchi blog di cicloviaggi, argomentando che le stive degli aeroplani in servizio commerciale sono pressurizzate, e pertanto non è necessario sgonfiare le ruote. Da specialista del settore posso dire che ciò è vero, la stiva è sì pressurizzata, però limitatamente ai parametri necessari alla respirazione umana. Infatti, il sistema di pressurizzazione ambientale della cabina passeggeri e della stiva riproduce e mantiene costante le condizioni equivalenti ad una quota che può arrivare anche a 2.100 mt, anche se l'aeromobile vola ancora più in alto (la cosiddetta "quota cabina"). Ora, se pensiamo a uno pneumatico sottoposto a un tale sbalzo di pressione 0-2.100 mt in pochi minuti, percepiamo chiaramente quanto sia non solo possibile, ma anche probabile che questo ceda e scoppi in volo. E siccome la Legge di Murphy nasce in ambito aeronautico ed è sempre in agguato, in tale ambiente si tende sempre - mediante l'adozione di opportune misure tecnice, organizzative e procedurali - a porsi "on the safe side of life"].

Poi, per definizione, una bici appartiene alla categoria degli "articoli sportivi" da selezionare all'atto dell'acquisto del biglietto (NON, e dico NON è un bagaglio normale, PERCARITADIDDIO!!!), con relativo supplemento, e va imbarcata al banco dei "bulky luggage".
La consegna di questi ultimi, infine, rispetta tempistiche e viene gestita in modo differente dai normali bagagli, per cui potrebbe essere possibile che a fronte di un certo orario di partenza "x", la consegna dei bagagli ingombranti venga tassativamente richiesta a "x-2 ore", o anche più a seconda della società di gestione dell'aeroporto....

Il principale terrore che attanaglia il cicloviaggiatore è quindi quello di riaprire l'imballaggio all'arrivo e vedere la propria cavalcatura tutta storta, deformata, graffiata, vilipesa e insultata dai bifolchi addetti al ground handling.

Infine, rimane sempre il problema di dove lasciare l'imballaggio mentre si è a zonzo sui pedali. Problema particolarmente sentito in caso di viaggi monodirezionali punto-punto e non ad anello.

Quindi roba tosta, imbarcare una bici.

Tra le fortune della mia esistenza c'é quella di avere una donna come Sonia al mio fianco, che dopo le passate contrarietà e maldipancia vari, questa volta ha attivamente contribuito alla preparazione del viaggio regalandomi la borsa portabici della Decathlon:





































OK, non è specifica per il trasporto in aereo (e quanto quelli della Decathlon ci tengono a precisarlo!!!), ma con due-tre accorgimenti di quelli giusti si può fare....


Tutto ciò premesso, le idee che ho raccolto, digerito, rielaborato e riproposto per minimizzare rischi e pericoli le ho compendiate nelle seguenti istruzioni:


Si comincia dal MATERIALE OCCORRENTE (N = DA PORTARE IN NORVEGIA):
  • SACCA PORTABICI (N)
  • FORBICI DA ELETTRICISTA (N)
  • FASCETTE IN QUANTITA’ SUFFICIENTE (N)
  • NASTRO DI CARTA DA VERNICIATORE (N)
  • 2x FOGLI CARTONE GRANDEZZA RUOTA (N)
  • MOZZI DI RECUPERO DELLA GIUSTA MISURA (N), DI QUELLI CHE I NEGOZI DI CICLISMO BUTTANO DOPO AVERLI SOSTITUITI
  • SACCHETTO GELO MEDIO (N)
  • TRATTO DI TUBO PER IRRIGAZIONE (N)
  • PLURIBALL O PELLICOLA DI POLIURETANO PER MOBILI
  • ETICHETTE
  • PENNARELLO INDELEBILE
Ci sono poi delle OPERAZIONI PRELIMINARI:
  • METTERE LA BICI AL SUOLO (PER EVITARE CHE ALLA OPERAZIONE NR. 3 LA FORCELLA VADA IN VACCA PRIMA ANCORA CHE VENGA IL BELLO)
  • MONTARE TUTTI I SUPPORTI AL MANUBRIO OCCORRENTI PER BORSELLO, GPS, ETC.
Occhio però alle seguenti INDICAZIONI GENERALI:
  • CONTARE IL NUMERO DI FASCETTE UTILIZZATE E SEGNARNE/FOTOGRAFARNE LA POSIZIONE PER POTER REIMBALLARE VELOCEMENTE LA BICI IN PARTENZA DALLA NORVEGIA
  • IDENTIFICARE TUTTI GLI ATTREZZI NECESSARI (EXTRA TOOL KIT), E PORTARSELI DIETRO PER IL RIMONTAGGIO E SUCCESSIVO RI-SMONTAGGIO
  • ETICHETTARE CIASCUN TRATTO DI POLIURETANO O PLURIBALL USATO PER CIASCUNA SINGOLA PARTE PER POTERLO RIUTILIZZARE RAPIDAMENTE REIMBALLANDO LA BICI IN PARTENZA DALLA NORVEGIA.
Arriviamo quindi alle ISTRUZIONI PASSO-PASSO:
  • PRENDERE LA MISURA DEL SELLINO E ABBASSARLO COMPLETAMENTE - SERRARE NUOVAMENTE LE VITI;
  • AVVOLGERE IL TUBO ORIZZONTALE CON POLIURETANO O PLURIBALL - CHIUDERE CON NASTRO DI CARTA;
  • ALLENTARE L’ATTACCO MANUBRIO E RUOTARLO DI 90°, PARALLELO AL TELAIO - FISSARLO AL TUBO ORIZZONTALE CON LE FASCETTE - SERRARE NUOVAMENTE;
  • AVVOLGERE IL FODERO ORIZZONTALE SINISTRO CON POLIURETANO O PLURIBALL - CHIUDERE CON NASTRO DI CARTA;
  • SMONTARE I PEDALI - FISSARE LA PEDIVELLA SINISTRA AL FODERO ORIZZONTALE SINISTRO CON UNA FASCETTA - AVVOLGERE I PEDALI NEL POLIURETANO O PLURIBALL - AVVOLGERE LE PEDIVELLE CON POLIURETANO O PLURIBALL;
  • SMONTARE LA CATENA COL QUICK-LINK E RIPORLA IN UN SACCHETTO;
  • AVVOLGERE LA CORONA MAGGIORE CON IL TRATTO DI TUBO PER IRRIGAZIONE TAGLIATO LONGITUDINALMENTE - SERRARLO CON FASCETTE;
  • EVENTUALMENTE (MA DA VERIFICARNE FATTIBILITA' TECNICA E OPPORTUNITA'): SMONTARE CAMBIO POSTERIORE DAL FORCELLINO PER EVITARE CHE SI DEFORMI SE URTATO - AVVOLGERLO CON POLIURETANO O PLURIBALL - FISSARLO CON NASTRO DI CARTA AL TELAIO  ALL’INTERNO DEL TRIANGOLO DEI FODERI;
  • AVVOLGERE TUTTI I TUBI E IL MANUBRIO CON POLIURETANO O PLURIBALL CHIUDENDO CON NASTRO DI CARTA;
  • AVVOLGERE IL PORTAPACCHI ANTERIORE CON POLIURETANO O PLURIBALL - FISSARLO A CAVALLO DEL TUBO ORIZZONTALE CON NASTRO DI CARTA E/O FASCETTE;
  • SGONFIARE LA RUOTA ANTERIORE E SMONTARLA - RIMUOVERE LO SGANCIO RAPIDO - FISSARLA LATERALMENTE AL TELAIO CON FASCETTE INTERPONENDO UN FOGLIO DI CARTONE - MONTARE UN MOZZO DI RECUPERO ALLA FORCELLA ANTERIORE USANDO LO SGANCIO RAPIDO;
  • SGONFIARE LA RUOTA POSTERIORE E SMONTARLA - RIMUOVERE LO SGANCIO RAPIDO - FISSARLA LATERALMENTE AL TELAIO CON FASCETTE INTERPONENDO UN FOGLIO DI CARTONE - MONTARE UN MOZZO DI RECUPERO ALLA FORCELLA POSTERIORE USANDO LO SGANCIO RAPIDO;
  • AVVOLGERE IL PORTAPACCHI POSTERIORE CON POLIURETANO O PLURIBALL - FISSARLO A CAVALLO DEL TUBO OBLIQUO, DA SOTTO, CON NASTRO DI CARTA E/O FASCETTE;
  • AVVOLGERE TUTTA LA BICI NEL PLURIBALL E CHIUDERLA NELLA SACCA - EVENTUALMENTE AGGIUNGERE DUE ULTERIORI FOGLI DI CARTONE NELLE SACCHE PORTARUOTE LATERALI COME PROTEZIONE.




Da non dimenticare, infine, di chiudere dentro la borsa i ricambi per l'imballaggio segnati con (N) nell'elenco sopra, più eventuali stampe di foto con la posizione delle fascette, schemi, disegnini etc. che facilitino la stessa operazione alla partenza dalla Norvegia, però stavolta da compiere nell'atrio della Stazione Centrale di treni di Oslo anziché a casa propria......

Su vari blog apprendo che - a quanto pare per esperienze vissute da altri cicloviaggiatori - le compagnie aeree fanno pagare il bagaglio sportivo "a forfait", praticamente basandosi sul volume occupato ma NON sul peso. Pertanto sarà piuttosto facile infilare altro nella borsa portabici, tipo sacco a pelo/tenda etc.



L'idea che mi è venuta per le quattro borse è di metterle in un borsone di quelli economici sportivi/da viaggio (io ne ho trovato uno ciclopico, sufficientemente resistente e leggero da Carrefour a 7,90 euri), da avvolgere completamente in quella specie di Domopak col quale negli aeroporti (solo quelli italiani, a maggiore incidenza di furti, NdR) ti avvolgono le valigie.

Per ora non mi pare ci sia altro da aggiungere. Vedrò poi di misurarmi con l'operazione dal vivo, e vi saprò dire.

LA GESTIONE QUOTIDIANA DEL VIAGGIO

Un'idea del viaggio e delle sue tappe l'ho messa QUI. Contiene anche dei link (in blu) ai siti dei campeggi/ostelli da me individuati.


Premesso che ogni metro del viaggio sarà comunque aperto a varianti di ogni genere, imprevisti, etc., generalmente, dalle esperienze passate, non dovrebbe essere difficile gestire il quotidiano con un risveglio sul presto (ricordiamo le effemeridi della Parte 2...), colazione, igiene e smontaggio accampamento.

Una volta sulla strada tutto è affidato alla fantasia.

Non rimarrà che procacciarsi il cibo, e bearsi degli scenari circostanti.

Una possibile variante quotidiana magari sarà, in caso di pioggia all'arrivo a fine giornata, la scelta di una cabina (Hytter) anzichè campeggiare in tenda. Oppure, se non mi regge la pompa, procurarmi da mangiare e fermarmi nel mezzo di un bosco, ai bordi di un lago o di un fiordo, grazie al diritto di campeggio libero.

Per adesso queste sono le idee che mi frullano per la testa.

Ora non resta che metterle in pratica.

[Magari, però, seguirà un altro post con tutte le fonti che ho reperito sul web, e che mi hanno aiutato a pianificare la rotta].





domenica 8 giugno 2014

NC2C (ovvero i preparativi per la Norway Coast to Coast) - Parte 2

(... continua dalla Parte 1)

Audio/Video/Telefonia

Per le videoriprese pensavo a portarmi dietro la già sperimentata (ma purtroppo con risultati scarsi) videocamera Samsung.
In aggiunta prevedo di acquistare la tanto osannata GoPro HERO 3+ Black - Adventure Edition. Una volta montata sul casco o sulla biki mi eviterebbe moltissime soste per videoriprendere, ottenendo al contempo effetti speciali in soggettiva che noi umani non immagineremmo neppure. Vien da sé che un tale gioiellino si tira dietro tutta una serie di accessori, supporti di montaggio etc., ai quali stare attento per non entrare in una spirale infinita!

Comunque vada non mancherà di sicuro il fido Sony Walkman MP3, con quel paio di playlist motivazionali che ci stanno tanto bene in caso di avversità meterologiche o cali di umore dovuti alla protratta solitudine in terra straniera.

Per tenere i contatti con la famiglia pensavo a noleggiare un telefono satellitare: grazie a eBay ho già trovato una buona occasione, da parte di un viaggiatore abituale in zone remote che avendolo acquistato lo mette a disposizione per cifre non impossibili con tanto di SIM card prepagata a consumo.
L'uso del satellitare sarebbe comunque limitato alle zone VERAMENTE impervie dell'entroterra, quelle della Rallarvegen per intenderci. Per il resto - essendo lassù la rete mobile assai sviluppata - nei centri abitati non dovrebbero esserci difficoltà a usare il mio cellulare in roaming.
Una cosa è certa: non intendo replicare il madornale errore commesso nei tre giorni montani del mio giro in Corsica del 2012, nei quali ho praticamente fatto perdere le mie tracce, con grave nocumento dell'armonia familiare nei diciotto mesi successivi.....

Elettronica/Elettrotecnica/Illuminazione

Ovviamente un tale carico di elettronica esige un'adeguata riserva di corrente. Per garantirmi l'autonomia elettrica sto quindi pensando a uno di quegli aggeggi che ultimamente hanno fatto la loro comparsa sugli scaffali dei negozi specializzati: i Power Bank. Il modello che fa al caso mio è il RAV Power da 14000 mAh, una miniera di carica utile con una riserva di qualche giorno. L'unico svantaggio è che per ricaricarlo servono dieci ore piene, più o meno.

E' per questo che, sfruttando le soste nei campeggi, penso di portarmi dietro anche un cavo prolunga da connettere alla rete, e fare il pieno di elettricità. A tale riguardo, sarà necessario non cadere nello stesso errore delle volte scorse, prendendo da casa la solita prolunga con guaina spessissima e cioé pesantissima. Questa volta invece sarà sufficiente un semplice doppino, anche perché il carico di potenze in gioco sarà irrisorio (pochi volt, anche sommando tutti gli apparecchi insieme), e non deve mica resistere al calpestìo di una mandria di bufali.

Per la fanaleria della bicicletta sono ancora indeciso se optare per il mio classico faretto "heavy duty" MagicShine da 1100 lumen, una soluzione "light" come i LED della Decathlon, oppure scegliere per evitare attentamente a priori ogni situazione notturna e regolarmi di conseguenza.
Per - appunto - regolarmi dovrò considerare le effemeridi delle località via via toccate:

OSLO

TAMPERE-FINLANDIA (alla stessa latitudine di Forde, punto più a nord del viaggio)

BERGEN

Le stesse informazioni saranno utili per la gestione quotidiana del viaggio (vedi in seguito)

Per l'illuminazione da campeggio mi affiderò - per l'interno tenda - alla mia solita lampadina a batteria già usata in Corsica:
































Consuma poco, illumina a sufficienza, ed è così simpatica da fare quasi compagnia.
In più - per gestire le faccende dell'accampamento - pensavo ad una lucina frontale, di quelle con il laccio da stringere attorno alla testa.

Ciclomeccanica

Essendo un tour che mi porterà ad attraversare zone non popolate, è necessario provvedere per affrontare ogni evenienza di tipo meccanico-ciclistico. Quindi il borsello con gli attrezzi sarà piuttosto nutrito, e sarà commisurato per affrontare casi del tipo:

  • foratura (needless to say), sostituzione e riparazione camere d'aria: camere di scorta, leve cacciagomme, carta abrasiva, pezze & mastice;
  • rottura raggi: un paio di raggi di scorta inox neri già tagliati a misura dovrebbero bastare, in più la chiavetta apposita;
  • esaurimento freni: due set di pastiglie freni a disco di tipo organico basteranno. Il tipo organico lo scelgo per il fatto che frenerò poco (velocità di crociera bassa e regolarità), e perchè sono più efficaci con il clima presumibilmente umido che troverò in quella stagione;
  • rottura cavi: un paio di cavi di ricambio, brugole e pinze;
  • regolazione cambio: brugole;
  • allentamenti vari: multitool, 2 cacciaviti.

Borse

Sempre per affrontare al meglio il piovoso clima nordico di fine agosto, ho acquistato un set delle osannatissime borse posteriori Ortlieb Back Roller Classic:

























e uno di borse anteriori Front Roller Classic:




Nere, ovviamente.

Dispongono di meno tasche esterne rispetto al set Decathlon che avevo prima, oltre a non avere borsa trasversale sul portapacchi posteriore.
Sono però arcifamose per la loro semplicità, robustezza e impermeabilità totale, grazie alla chiusura a risvolto nella parte superiore che le rende anche adattabili al volume del contenuto.
In posizione trasversale posteriore ci terrò tenda e sacco a pelo, convenientemente legati e custoditi in una sacca stagna di derivazione nautica, sempre della Decathlon:






































In alternativa potrei optare per il borsone trasversale Rack-Pack della stessa Ortlieb:























Per il manubrio ho già la mia Topeak Tourguide, non-waterproof ma corredata di copertina gialla impermeabile e tasca portamappa trasparente, e già ottimamente sperimentata in passato:


































































Alla fine dei conti, per farla breve, l'elenco del materiale che sto pensando di portare lo trovate QUI.

[FINE PARTE 2 - CONTINUA ALLA PARTE 3 CON IL TRASPORTO E LA GESTIONE DEL VIAGGIO]